La Riserva Naturale è situata nella zona meridionale della città di Pescara, si estende per una superficie di 53 ettari circa, di cui solo 35 ettari restano dell’antica selva. L’intera area è suddivisa in 5 comparti.
La riserva era nota come la “Pineta D’Avalos” o “Parco D’Avalos”, che è il nome della famiglia che, al tempo dei Borboni, possedeva il marchesato di Pescara.
Oggi è una Riserva Naturale di interesse Provinciale chiamata Pineta Dannunziana.
La Pineta di Pescara è conosciuta sin dall’ VIII sec. come punto di riferimento per i navigatori Bizantini che partendo da Ravenna, durante le tempeste vi trovavano rifugio.
Nel 1528, Carlo V concesse l’area all’attuale comune di Pescara, a favore della famiglia D’Avalos che né mantenne il possesso sino al XIXsec. L’area è stata per secoli oggetto di continui passaggi di proprietà, ma non è mai stata utilizzata per nessun fine economico fino al 1653, con l’effetto di ridimensionare l’estensione della selva: infatti, gli alberi venivano abbattuti per vendere il legname e per guadagnare terreno da vendere a scopo edilizio. All’inizio del XVIII secolo, prima di questo processo di ridimensionamento lento ma inesorabile, si stima che la pineta fosse estesa per circa 3.000 ettari.
Nel’ 900, diventa luogo di identificazione della cittadinanza pescarese, infatti numerose personalità di grande fama si radunarono sotto i suoi pini, tra cui il famoso poeta e scrittore Gabriele D’Annunzio, data la storica rappresentazione nel 1912 della “Figlia di Iorio” che da allora prese il nome di Pineta Dannunziana.
Infine nel 2000 l’intera area fu sottoposta a tutela in quanto Riserva Naturale di interesse provinciale “Pineta Dannunziana” con gestione affidata alla Provincia di Pescara, passando al Comune di Pescara l’anno successivo.
Attualmente la Riserva si estende per una superficie di 53 ettari circa, di cui solo 35 ettari restano dell’antica selva.
Il territorio del Comune di Pescara si trova all’interno di un area a clima mediterraneo, con un lungo periodo caldo e secco, soprattutto nella stagione estiva. Dal punto di vista biogeografico si tratta di una “zona a biodiversità molto elevata”, come riferito da Sandro Pignatti nel 1997.
Bisogna poi considerare che all’interno di questa unità a clima mediterraneo la Riserva Pineta Dannunziana è situata in prossimità del mare e della foce del fiume Pescara che hanno giocato un ruolo fondamentale nell’evoluzione delle caratteristiche naturali fondamentali, sia in maniera diretta sia indiretta.
Il terreno su cui sorge la Pineta, infatti, è un mosaico di microhabitat che va da ambienti tipicamente xerici, dunali o retrodunali, e passando per ambienti mesofili, include anche zone a suolo umido o perennemente molto umido per i ristagni d’acqua ritenuti dai limi e dalle argille dell’antico corso del fiume Pescara o dell’antico e prosciugato “Lacus Salinarum”, con falda piuttosto superficiale. Per tutti questi motivi sono stati originati vari ambienti in grado di formare un interessante e ricco mosaico ecologico-vegetazionale.
Prima della costruzione delle strade parallele alla linea di costa e di alcune nuclei di edifici, la Riserva raggiungeva il mare attraverso un cordone dunale, oggi completamente scomparso; tale ambiente “estremo” è inospitale per la stragrande maggioranza delle forme di vita vegetale ed animale, e può essere abitato solo da forme di vita altamente specializzate, poiché ecessitano di adattamenti molto particolari.
Imparare dalla natura